In questi giorni in cui sono avvenuti numerosi, gravi episodi di bullismo o violenze degli studenti contro gli insegnanti di scuola media e superiore, può aver sorpreso che qualche insegnante non abbia denunciato il fatto al preside o alla polizia. Invece non è strano. E' capitato anche a me quando insegnavo ai ragazzini: se si dichiara di aver problemi di disciplina in classe, i primi ad essere accusati siamo propri noi insegnanti che veniamo considerati incapaci di gestire le classi. Probabilmente quegli insegnanti che sono stati zitti, pur avendo subito violenze, temevano simili accuse. Spesso i dirigenti ti inquisiscono se gli studenti si comportano in modo discutibile. Sembra che la colpa sia sempre degli insegnanti che devono passare per le forche caudine dei dirigenti da un lato, e dei genitori dall'altro. E questo nonostante, anzi soprattutto, se gli insegnanti cercano un rapporto gioviale e comunicativo con gli studenti. Giovani come sono, gli studenti la prendono come debolezza e creano situazioni di crescente aggressione, mancanza di rispetto, disprezzo. Per questo insegnare nelle scuole diurne ai minorenni è spesso un vero inferno e, guarda caso, il burn out è un disagio che riguarda quasi solo i docenti del diurno.
Chi sa cos'è l'Antropocene? Scommetto che se lo chiedo in giro non lo sa quasi nessuno. E, infatti, non lo sapevo neanch'io fino a poco tempo fa. Ma è fondamentale: è la nostra epoca storica. E' come se noi non sapessimo che siamo nel 2018, in Europa. Strano che occorra essere iscritti a Storia per esserne informati. E' una cosa di cui non si sente mai parlare. Giornali o TV dovrebbero divulgare la notizia. Noi apparteniamo a quest'epoca geologica in cui l'uomo stesso è divenuto una forza geologica. Tra molti anni o secoli o millenni, gli studiosi potranno riconoscere, dall'analisi stratigrafica delle rocce o dei reperti archeologici, che noi ci trovavamo in quest'epoca. Lo studio stratigrafico permetterà la distinzione della nostra epoca dalle precedenti o successive. La definizione "Antropocene" è di pochi anni fa. Se uno vuole avere un'idea di cos'è si legga qualcosa del Premio Nobel Crutzer o Stoermer. La cosa che mi sorprende è l'importanza di questi contenuti e, al contempo, la loro poca diffusione. Non è semplicemente un argomento di storia che puoi conoscere o meno. E' come aver scoperto, a vita inoltrata, un dato fondamentale della mia stessa identità di cui finora non sapevo niente.
Che bellissimo ritratto di Milano!
Da Fuori Roma - Milano di Concita de Gregorio: https://www.raiplay.it/video/2018/04/Fuori-Roma-b862d964-b1b1-4167-9f65-01f2937a4679.html Tito Boeri oggi a Mezz'ora in Più di Lucia Annunziata, svela un ulteriore privilegio dei politici, i contributi figurativi:
http://www.pensionioggi.it/dizionario/contributi-figurativi Se un dipendente si assenta giustificatamente (ad esempio per malattia, maternità, servizio civile, donazione sangue ...) i contributi per la sua pensione vengono ugualmente versati, anche se non corrispondono a un lavoro effettivo. Tra le giustificazioni vi è però anche l'impegno politico. Se un lavoratore viene eletto al Parlamento, per esempio, può rimanervi per anni, per decenni, e, pur non coprendo più il suo precedente ruolo, gli vengono versati i contributi. Quindi i politici godono anche della pensione relativa a ciò che facevano prima, oltre che dello stipendio da politico, di vitalizi e privilegi vari. Questo ennesimo privilegio della casta non è molto conosciuto. Tito Boeri dice che queste somme possono essere imponenti e naturalmente le paghiamo tutti noi contribuenti. Ha proposto di parlarne in Parlamento ma non gli hanno dato spazio, chissà perché. https://it.notizie.yahoo.com/boeri-attendo-risposta-fico-su-denuncia-inps-anomalia-145716796.html Informazione utile per chi lavora nel mio settore, e non solo:
Prescrizione contributi, perché è importante controllare prima del 1° gennaio 2019 https://www.orizzontescuola.it/prescrizione-contributi-perche-importante-controllare-del-1-gennaio-2019/ I risciò indiani sono molto simpatici: coloratissimi, spesso personalizzati da addobbi particolari, si infilano dappertutto nel traffico pazzesco di Delhi. Ce ne sono a motore, specie di api da trasporto, come se ne vedono anche in Italia, soprattutto di colore giallo e verde, o a pedali, e questi sono i più colorati e personalizzati. Un risciò a pedali l'ho usato solo in Cina, anni fa. Mi imbarazzava perché mi sembrava di sfruttare il povero autista che, con grande fatica, pedalava lungo le vie di Pechino, mentre io stavo seduta comodamente dietro. Invece a Delhi mi sono fatta trasportare alla metro da un'ape a motore.
Ma, come diceva anche l'autista di oggi a Delhi, nessuna donna guida i risciò. Pensava che cercassi io un lavoro in India, invece volevo solo chiedere se una donna lo può fare, ma sembra di no. Possedere un risciò non è così impegnativo e potrebbe garantire l'indipendenza economica anche a una donna, specie i risciò a motore. Ma sembra sia ancora un mondo solo maschile. Non che noi siamo chissacché avanzati. Solo negli ultimi decenni si vedono in Europa donne autiste di autobus o taxi. Anzi, anzi ... ecco cosa ho appena trovato in internet: https://www.firstpost.com/india/watch-mumbais-first-women-rickshaw-drivers-3384542.html La prima donna autista di risciò a Mumbay. Articolo di un anno fa. In tutta l'India sono ancora pochissime. Sono contenta che, comunque, ci siano e spero che la cosa si estenda. Oggi mi è capitata una cosa piuttosto imbarazzante. Mi trovavo al Red Fort, una fortezza in centro a Delhi che appartiene al patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Ero in fila per fare il biglietto, una lunga fila. Dopo un po' che aspettavo il mio turno mi dicono che non ho bisogno di fare la fila, io, perché straniera. Capire che non ero indiana, anche se non parlavo, era piuttosto facile, nonostante indossassi uno scialle simile a quello che portano le donne indiane. In quanto straniera avevo il diritto di saltare la lunga fila e presentarmi a uno sportello apposito per stranieri. Generoso da parte loro, ma imbarazzante e ingiusto. Ho potuto fare immediatamente il biglietto mentre i poveri indiani sono rimasti sotto il sole ancora a lungo prima di acquistarlo. Allo sportello c'era un signore, forse americano?, che ha ironizzato dicendo che, evidentemente, esistono ancora i privilegi della razza bianca. 2 aprile 2018 Ieri scrivevo quanto si può leggere sopra. Che ingenua! Adesso ho capito il trucco! E' vero che "i poveri indiani" sono spesso costretti a lunghe file per fare il biglietto, ma "i poveri stranieri", che, in India sono ovviamente molto meno numerosi degli indiani, hanno sportelli speciali e veloci perché pagano molto di più degli indiani. Ad esempio oggi, al mausoleo di Humayun, sito dell'Unesco, il biglietto per gli indiani costava 30 rupie mentre per gli stranieri 500 rupie, cioè circa mezzo euro per gli indiani e 8 euro per gli stranieri. Evidentemente non mi ero accorta della differenza di prezzo al Forte Rosso. Comunque sono tesori così belli entrambi, e ancor più il sito archeologico di Qutb Minar, che posso perdonare gli indiani. Non è, in realtà, un imbroglio, come a volte capita agli stranieri a cui i commercianti riservano "prezzi speciali". I prezzi dei siti turistici sono ben dichiarati e vengono riportati anche nelle guide turistiche. Sembra una sorta di politica protezionista. Ma in questi tempi di protezionismo trumpiano si profila ben di peggio in giro per il mondo. L'ultimo mio articolo da poco uscito nel Bollettino Itals dell'Università di Venezia:
Una studiosa mantovana ci svela i segreti di Paodva. Intervista a Paola Tellaroli http://www.itals.it/sites/default/files/pdf-bollettino/aprile2018/barazza.pdf http://www.itals.it/editoriale/bollettino-itals-aprile-2018 Nei prossimi giorni visiterò il mio 64° paese, l'India. Sarà solo un breve viaggio, durante le vacanze di Pasqua, ma ricordo che un professore di cultura indiana dell'Università di Venezia ci aveva consigliato di essere cauti con l'India e visitarla un po' alla volta perché il confronto può essere piuttosto impegnativo e coinvolgente. Se poi dovessi considerare le cautele suggerite dal Ministero degli Affari Esteri, c'è quasi da lasciar perdere, tra allarme terrorismo, violenza, situazione sanitaria, rischio epidemie ...
Spero non succeda niente, ma non vedo l'ora di arrivarci. Il Magnificat di Mina è bellissimo e il pattinaggio artistico è uno sport fantastico ma questo abbinamento, ad opera di Matteo Guarise e Nicole Della Monica, non mi sembra riuscito:
https://www.youtube.com/watch?v=YlHSoyRPTm8 Guarise e Della Monica sono stati bravissimi in molte occasioni ma qui c'è un contrasto ben percepibile, secondo me, tra un canto lento e profondo come il Magnificat e i movimenti veloci e quasi nevrotici dei pattinatori che sembrano mettere in discussione il canto religioso, anziché assecondarlo e accompagnarlo. Invece in questo spettacolo, non certo il loro meglio, di Anna Cappellini e Luca Lanotte, la combinazione riesce anche se la musica è brutta: da sola una musica così la spegnerei subito ma con questi due personaggi diventa preziosa e i due pattinatori suscitano grande simpatia: https://www.youtube.com/watch?v=tpj9H0zi6HI Nel Magnificat la musica è bella ma la danza non è all'altezza; qui la musica è brutta ma la danza la impreziosisce. Invece questo spettacolo è magnifico: lo è Carolina Kostner e bellissima è anche la canzone, cantata, tra gli altri, da Edith Piaf, di cui riporto il testo: https://www.youtube.com/watch?v=tMF55QDxRbI Ne Me Quitte Pas Jacques Brel Ne me quitte pas Il faut oublier Tout peut s'oublier Qui s'enfuit déjà Oublier le temps Des malentendus et le temps perdu À savoir comment Oublier ces heures Qui tuaient parfois à coups de pourquoi Le cœur du bonheur Ne me quitte pas Ne me quitte pas Ne me quitte pas Ne me quitte pas Moi je t'offrirai Des perles de pluie Venues de pays où il ne pleut pas Je creuserai la terre jusqu'après ma mort Pour couvrir ton corps d'or et de lumière Je ferai un domaine Où l'amour sera roi, où l'amour sera loi Où tu seras reine Ne me quitte pas Ne me quitte pas Ne me quitte pas Ne me quitte pas Ne me quitte pas Je t'inventerai Des mots insensés Que tu comprendras Je te parlerai De ces amants-la Qui ont vu deux fois leurs cœurs s'embraser Je te raconterai l'histoire de ce roi mort De n'avoir pas pu te rencontrer Ne me quitte pas Ne me quitte pas Ne me quitte pas Ne me quitte pas On a vu souvent Rejaillir le feu D'un ancien volcan Qu'on croyait trop vieux Il est, paraît-il Des terres brûlées Donnant plus de blé Qu'un meilleur avril Et quand vient le soir Pour qu'un ciel flamboie Le rouge et le noir ne s'épousent-ils pas? Ne me quitte pas Ne me quitte pas Ne me quitte pas Ne me quitte pas Ne me quitte pas Je ne vais plus pleurer Je ne vais plus parler Je me cacherai là À te regarder danser et sourire et À t'écouter chanter et puis rire Laisse-moi devenir l'ombre de ton ombre L'ombre de ta main L'ombre de ton chien Ne me quitte pas Ne me quitte pas Ne me quitte pas Ne me quitte pas Compositori: Jacques Roman Brel https://www.google.it/search?source=hp&ei=-Ay1WuOvHcriUZOugNAI&q=ne+me+quitte+pas+testo&oq=ne+me+quitte+pas+testo&gs_l=psy-ab.3..0l3j0i22i30k1l7.1000.5017.0.5567.23.22.0.0.0.0.296.2303.16j5j1.22.0..2..0...1.1.64.psy-ab..1.22.2300.0..35i39k1j0i131k1j0i203k1.0.4wmDRCJsfYw |
AutoreRoberta Barazza CategoriesArchivio
April 2018
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